giovedì 10 gennaio 2019

Ecco Barzizza: l'Italiano che trasformò in sogni gli incubi degli italiani

Immagini sbiadite, un montaggio veloce, come un videoclip, immagini care perchè estramente lontane, quasi provenienti da un altro mondo.
E' la storia di un uomo. Grande, importante. Uno che è riuscito a segnare con il suo passaggio tra noi la storia del costume italiano attraverso le canzonette.
Perchè non è vero come diceva provocatoriamente Bennato che "sono solo canzonette".
Dentro di loro c'è molto di più.
Ci sono dolori, lacrime di gioia, passioni umane e politiche. C'è un mondo appunto, che di quelle canzoni si è cibato. Che le ha fatte sue sino a fondersi con loro.
E allora come non è possibile scindere Vivaldi o Wagner dal loro tempo che li ha resi eterni, non si può capire gli anni trenta e quaranta senza conoscere Pippo Barzizza.
Con la sua orchestra Blue Star prima, con quella dell'EIAR (progenitrice della attuale RAI) poi ha accompagnato gli italiani attraverso gli anni ruggenti, la trasformazione di una Italia rurale in potenza industriale sino al disastro della seconda guerra mondiale, sino al periodo della ricostruzione
Come per tutti i miti, gli italiani individuarono un suo antagonista in Cinico Angelini, l'altra orchestra della radio, falsando il racconto storico che li vedeva in realtà colleghi, se non amici non certo rivali.
Le due orchestre giravano l'Italia, alcune volte anche insieme, in spettacoli organizzati dalla radio che proponeva nei teatri dello stivale quelli che erano i primi divi della canzone: Rabagliati, Bonino, Carboni, Boccaccini, nonni nobili dei nostri Ramazzotti, Pausini, Rossi o Ligabue.
Figli di epoche e mondi diversi ma tutti discendenti da una unica madre: La Canzonetta, che appunto prima di Barzizza e di alcuni altri non c'era.
Esisteva la lirica, la romanza, l'operetta; esisteva la canzone napoletana, ma la canzonetta intesa come oggi la concepiamo no. Brani come Bombolo, Pippo non lo sa, Il pinguino innamorato, Baciami piccina, Tuli tulipan, ma ancor più gli arrangiamenti di queste canzoni fecero si che la gente imparasse a conoscerle e assimilarle sino a sentire l'intima necessità di acquistarne il disco. E non erano tempi in cui il denaro si sprecasse.
Nasceva l'industria discografica italiana che poi, negli anni sessanta, avrebbe conosciuto il suo boom con l'avvento del 45 giri.
Nel documentario, rigorosamente muto come lo era il cinema quando Barzizza iniziò, compaiono in rapida sequenza vari spezzoni tratti dalla cinecollezione di famiglia. Il maestro infatti era un grande appassionato di fotografia e si dotò quasi subito di una delle allora costosissime cineprese con la quale filmò molti dei momenti importanti della sua vita. La nascita e l'infanzia dei suoi adorati figli Isa (poi attrice) e Renzo, il matrimonio con la amatissima Tatina Salesi, anch'essa musicista, oltre ad alcune tappe fondamentali della sua lunghissima carriera.
Trenta minuti di affascinante "Bianco e nero" , tranne che per alcune sequenze finali, nelle quali sarà possibile anche ascoltare la voce del grande e amato Maestro Barzizza che ci dice a suo modo:
"E' stato un piacere, arrivederci"...come per ogni mortale che passando di qui sia riuscito a fare qualcosa di importante per gli altri... farci vivere un sogno anche quando la vita degli italiani stava diventando un incubo.

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